CAPITOLO 1, l'inizio



Un giorno di ormai tanti anni fa dovevo fare un intervento tecnico al Centro Elaborazioni Dati di una grossa azienda telefonica di Torino. Avevo parcheggiato la mia automobile nel cortile e mentre attendevo la persona che doveva accompagnarmi in loco venni attratto da un grosso cumulo di ferraglie e apparecchiature in disuso che alcuni operai stavano caricando su un camion. Si trattava di barre di ferro di diverse forme e misure; termo-ventilatori ancora in buono stato e funzionanti; tubi in ferro zincato per condutture idrauliche dall'interno ancora lucido (segno che non avevano mai visto acqua); legno usato per grossi imballaggi di apparecchiature; assi, pannelli multistrato di faggio e pino; spezzoni di catene, tondini di ferro e tanti altri oggetti che non sto ad elencare.

Legni del mucchio

Ero convinto che fosse tutto materiale riutilizzabile e chiesi al responsabile dei servizi tecnici, che intanto mi aveva raggiunto per accompagnarmi nel luogo dell'intervento, in quale altra sede li stessero trasportando.
«Al cimitero delle morti precoci» mi rispose il responsabile dei servizi che conoscevo bene e con il quale ero in ottimi rapporti.
«Vuole dirmi... che... tutta quella materia in ottimo stato viene portata alla discarica?» ribattei incredulo.
«Sì! Proprio così! Tutto questo materiale, pochissimo usurato e di ottima qualità va alla discarica e paghiamo per smaltirlo. Negli uffici da dove proviene verrà un altro servizio e l'azienda ha deciso di rifare tutto nuovo, persino l'impianto antincendio. Ecco perché quei tubi zincati le sembrano nuovi: lo sono! Sono dell'antincendio che per fortuna non ha mai dovuto funzionare».

Intanto s'intromise uno dei due operai che stavano caricando il camion dicendomi: «Se le interessano, glieli regalo... A condizione però che prenda tutto... Anzi, se non abita lontano ed è disposto a offrire una pizza a me e al mio collega, glieli portiamo fino a casa.»
Mi sembrò un buon investimento e, anche se non sapevo ancora cosa ne avrei fatto, riempii il garage. Ma presto mi balenò alla mente che se fossi riuscito a comprarmi un pezzo di terra in montagna, che avesse un casolare, l’avrei ristrutturato usando quel materiale.

Il ferro del mucchio
Sono consapevole che l'alchimia praticabile di trasformare “rifiuti” in “oro” è un danno per l'industria del consumismo. Ma sono anche convinto che continuando a buttare cose in buono stato generiamo due fenomeni. Il primo è che avremo sempre più bisogno di materie prime, energia per lavorarla e denaro per comprare nuovi prodotti; la seconda è che accumuleremo montagne di rifiuti. Anche se fossimo in grado di riciclare tutto con la differenziata, dovremmo affrontare un costo alto per trasformarli nuovamente in materia prima.
Se si ha una predisposizione alla manualità, anche minima, con oggetti in disuso si possono creare oggetti utili ma anche d'arte, tutto a bassissimo costo.

Per creare oggetti d'arte non occorrono grandi investimenti, basta un banchetto da lavoro messo in un angolo di pochi metri quadrati: un garage, una soffitta o una cantina possono bastare. Servono pochi attrezzi, economicamente accessibili a tutti. Ciò che è assolutamente indispensabile è la volontà di farlo. Posso assicurare che è un ottimo rimedio contro la noia e da soddisfazione. Spesso si ha l'apprezzamento delle persone che ne possono beneficiare.