mercoledì 20 maggio 2020

IL FIORARMADIO



Mi piace  conoscere le piante e convivere con loro, non solo perché ci forniscono ossigeno, frutta, legna e altri derivati indispensabili alla nostra sopravvivenza. Amo le piante anche perchè sono capaci di organizzarsi come collettività meglio di noi esseri umani.

Quando ancora non avevo un pezzo di terra dove sfogare la mia passione per le piante, avevo costruito delle fioriere sui balconi di casa in città. Oltre a piante estetiche, come glicine e gelsomino, avevo piantato qualche alberello da frutta.

Dal giorno in cui ho avuto la possibilità  di occuparmi di un frutteto di quattromila metri quadri e un centinaio di metri di orto, alcune fioriere erano diventate superflue. Qualche anno fa ne ho smontate alcune.



In questo periodo, nella fase "tutti a casa" a causa del Covid-19, nelle belle giornate lo spazio liberato nei balconi è stato molto utile.

Nonostante le fioriere fossero rimaste colme di terra per una quindicina di anni, una volta smontate mi ero accorto che il legno (pino nodoso), grazie a una buona coibentazione, era ancora in ottimo stato e non  l'ho buttato.

In uno dei balconi di casa avevo un vecchio armadio in truciolato, residuo della stanza dei miei figli. Il truciolato cominciava a manifestare i segni dell'usura: impiallacciatura che si staccava, legno gonfio (dove si era bagnato), e cerniere dalle quali cominciavano a cedere le viti. Non potevo certo farmi scappare questa occasione! Non ridare vita a quel legno di pino avrebbe leso la mia reputazione di Riutilizzatore!






Le fioriere, non finite nel cimitero delle morti precoci bensì nel "purgatorio" (il mio magazzino), ora sono resuscitate sotto altra forma.


Con una leggera passata di carta vetrata e una mano di impregnante all'acqua il legno di pino è tornato come nuovo.

Ora, ogni volta che lo guardo, sento che mi dice: "Sono fiero dell'esperienza di aver vissuto una vita precedente. Se è possibile vorrei essere chiamato Fiorarmadio".